sabato 24 novembre 2007

Chi è Felice De Martino? Intervista di Barbara Paternostra

Chi è Felice De Martino?
Fino a pochi mesi sono stato un dirigente pubblico. Ora sono in pensione e mi sto dedicando a tempo pieno alla scrittura.
Quando ha iniziato a scrivere?
Ho sempre desiderato mettermi alla prova. Scrivevo nel tempo libero, ma mai avrei immaginato di pubblicare un libro, era come se mi mancasse il coraggio di espormi al giudizio degli altri.
E poi cosa è accaduto?
Ho iniziato a scrivere la storia della mia famiglia, fin quando l’editore Pironti, al quale avevo mostrato il manoscritto, mi spronò a terminare il testo. Lo pubblicò e quello è stato il primo romanzo, La Repubblica dei gigli bianchi, al quale ne sono seguiti altri due e anche due raccolte di racconti brevi, poesie e pensieri.
E ora La buona sorte. Cosa l’ha ispirata?
Per alcuni anni ho avuto una casetta a Cetara, in provincia di Salerno. Mi piaceva tanto la Torre: mi ossessionava e mi affascinava al tempo stesso. Mi immaginavo le vicende che nel corso degli anni si erano svolte tra quelle mura e quindi ne è venuta fuori l’ispirazione. Avevo trovato lo spazio adatto, lo dovevo solo riempire con una storia.
E così è nata Mariella, la protagonista.
Sì, Mariella. Una donna complessa, insoddisfatta della sua vita interiore, fino a quando decide di rompere tutto l’ordine e le strutture che si è creata attorno a sé e inizia una nuova vita.
Quanto tempo ha impiegato a scrivere il libro?
Quasi 5 anni, ma lavoravo anche.
All’inizio aveva già in mente tutta la storia?
No, è cresciuta dentro di me lentamente. Mariella ha preso corpo parola dopo parola. La storia è come divisa in due parti: nella prima c’è una descrizione dei personaggi e delle situazioni; nella seconda inizia l’avventura e Mariella comincia a viaggiare, abbandona la sua vita e si trova proiettata in un’altra esistenza. Ma la storia non è finita comunque, la narrazione delle vicende della nuova Mariella potrebbe continuare. E non è detto che non cominci a scrivere anche con l’aiuto dei lettori, che potrebbero suggerirmi dei percorsi.
Che difficoltà ha incontrato?
Nei miei passati libri, non riuscivo a spogliarmi di me stesso: ogni personaggi aveva qualche mia caratteristica. Così ho optato per una protagonista femminile. E’ stato difficile immedesimarmi in una donna, anche perché volevo che fosse credibile nei suoi modi di agire e di pensare.
Crede di esserci riuscito?
Me lo auguro, ma non spetta a me giudicare il risultato finale. Io ne sono contento, ma saranno i lettori a valutare il mio sforzo creativo.
Ha già in mente una nuova storia?
Sì, ho deciso di ambientarla nel periodo dell’armistizio.
Perché quel periodo?
Nel corso di ricerche da me svolte sul mio paese natale, Montesano sulla Marcellana, ho scoperto che nel dicembre del 1943 8 miei compaesani, tra cui 5 donne, persero la vita. Quelli erano giorni particolari, non c’era ordine e regnava quasi l’anarchia. Scrivendo, voglio rendere giustizia a quelle persone e voglio anche far conoscere il mio paese, anche per rinsaldare le mie radici e rinvigorire la memoria del passato.
Cosa la spinge a scrivere?
Credo la vanità: prima non l’avvertivo tanto, preso come ero dal lavoro. Ora la sento molto forte. Ma sicuramente c’è anche tanta voglia di misurarmi con la scrittura e di raccontarmi attraverso i miei personaggi.
Perché leggere il suo ultimo libro?
Perché credo sia una storia appassionante e molto coinvolgente. E poi perché bisogna sempre leggere tanto e tutti. Basti pensare che il 97% degli autori vende solo tre copie di ogni libro. E questo per me rappresenta quasi una sfida.

Sono nato a mille metri , a Montesano sulla Marcellana

il Comune più alto della Provincia di Salerno , estremo lembo della Campania a soli 7 Km . dalla Lucania .
Un territorio considerato Basilisco che si incunea nel tratto Calabro - Lucano della Valle del Diano . Tra le mie montagne il freddo è di casa e cade molta neve , a volte fino a Maggio . Ho visto la “ luce “ di sera tarda , intorno alle 22 , 30 ed era Giovedì 7 Aprile del lontano anno 1949 . Sulla “ casa di pietra “ dei miei genitori , Silvio e Delizia , quella notte piovve come non aveva mai piovuto mentre nei vicoli adiacenti spirava un vento forte e teso che ululava ai lupi del Cervati . Io non avevo nessuna voglia di uscire fuori dal mio “ guscio “ , protetto da una calda e amorevole placenta . In soccorso di mia madre sopraggiunse un medico venuto , in tutta fretta , da Padula che ebbe il suo da fare per tirarmi fuori , grosso e indolente , dal pozzo amniotico della mia incoscienza prenatale . Finalmente nacqui e per tradizione , in quanto primogenito , mi fu dato il nome del mio nonno paterno . Al paese rimasi pochi anni e in prima elementare già sedevo in una scuola di Napoli di Piazza Amedeo . Ho soggiornato , negli anni seguenti , in diversi quartieri di questa città dal Vasto al Vomero , da Capodimonte alla collina di Posiliipo , vivendo con on grande partecipazione e naturalezza i molteplici aspetti della “ napoletanità” . Tra l’altro , salvo una breve ma intensa parentesi romana , ho svolto tutti i miei studi a
Napoli culminati con il conseguimento , nel Febbraio del 1974 , della Laurea in Architettura . La tesi , relatore emerito il Prof: Nicola Pagliara , aveva come oggetto la costruzione a Reggio Calabria , in località Pellaro , di un moderno porto commerciale dotato di un Terminal Container ad alta tecnologia per creare una efficace cerniera di scambio tra l ’ Europa e i Paesi che si affacciavano lungo le sponde del Mediterraneo . Gli anni vissuti a Napoli mi hanno consentito anche di praticare sport di mare , in particolare il Canottaggio difendendo i colori dello Yacht Club Canottieri Savoia , lo storico ed esclusivo Circolo Nautico del Borgo Marinari a Santa Lucia . Con i colori a strisce bianche e blù del Savoia partecipai anche , nel lontano 1966 , alla più classica delle regate in 8 Yole che si tiene nel Golfo : La Coppa Lisistrata . Il mio equipaggio , nonostante una gara combattutissima , non. riuscì a spuntarla . Il sottoscritto ebbe però l ’ opportunità di consolarsi vincendo in 4 yole la non meno prestigiosa Coppa Maione che tuttora conservo in modello a scala ridotta tra i cimeli più cari . Il trofeo fu donato , in una bellissima serata di gala organizzata nel mitico salone del Circolo , ai membri dello equipaggio vincente dallo ora Presidente , Avv . Guido Pepe . Bei ricordi , struggenti e vivi , che ti “ riportano addosso “ la salsedine del mare di Posillipo o ti fanno rivivere l ‘ attimo fugace della gioventù perduta tra gli scogli del Molosiglio o respirare ancora la magica brezza di mare che si alzava la sera nel Borgo Marinari . Una volta laureato e conseguita la Abilitazione ho svolto per alcuni anni la libera professione di Architetto realizzando progetti a Napoli , nel Cilento e in molte zone del Vallo di Diano , in particolare a San Pietro al Tanagro , a Montesano Sulla Marcellana e a Padula dove , tra l’altro nel frattempo , mi ero trasferito . La mia attività di libero professionista si interruppe agi inizi degli anni 80 per aver partecipato e poi vinto il Concorso di Coordinatore dell’ Ufficio Tecnico e di Piano della Comunità Montana del Vallo di Diano che ha la sua Sede istituzionale nella parte antistante della monumentale Certosa di Padula .
E ’ di questo periodo l’intensa e proficua collaborazione professionale maturata con il Prof. . Paolo Portoghesi , illustre architetto e urbanista , Caposcuola storico del Post- Moderno . Furono gli anni della redazione del Piano di sviluppo Socio-Economico della stessa Comunità Montana , del Programma attuativo delle infrastrutture stradali e rurali del Comprensorio Vallo di Diano , dei Piani di insediamento produttivi di Polla e soprattutto della Idea progettuale relativa alla costituzione della Città Vallo . Tale progetto , partorito dalla fervida mente politica dei compianti Gerardo Ritorto e Enrico Quaranta , risultò per un lungo periodo uno dei temi più interessanti nel dibattito urbanistico non solo nazionale . Un modello suggestivo ma altamente funzionale che avrebbe dovuto confederare quattordici Comuni del Vallo di Diano unificando servizi e vocazioni di ognuno in una ottica di sviluppo unitario e integrato . Terminata con grande rimpianto anche questa esperienza lavorativa lasciai nel 1986 il Vallo di Diano per trasferirmi di nuovo a Napoli per ricoprire l ’incarico di Dirigente Responsabile dei Servizi Tecnico- urbanistici dell’ Ente Regionale di Sviluppo Agricolo in Campania , meglio conosciuto come ERSAC . Nel 1992 , pur continuando a lavorare a Napoli , mi trasferii nelle immediate vicinanze di Salerno , a Capezzano . In quegli anni iniziò la mia attività letteraria che si concretizzò con la pubblicazione , alla fine del 1995 , del primo romanzo dal titolo . “ La Repubblica dei Gigli Bianchi “ edito da Tullio Pironti , al quale fece seguito , nel 1998 , la prima raccolta di poesie e scritti , edito da Boccia , dal titolo : “Istante di Cielo“ . Dopo un periodo di sofferto “ silenzio letterario “ ma di intensa attività conAssociazioni ambientaliste e con altre legate alle tematiche della Emigrazione ( Queste ultime determineranno la produzione di miei saggi raccolti nel Volume , pubblicato dalla casa editrice Electa Napoli , dal titolo : “ Emigrazione / Immigrazione , il progetto Colombo “ ) “ partorisco “
nel 2002 il mio secondo romanzo , edito da Guida per la Collana Lettere Italiane , dal titolo : “ Punta Licosa “ . L’anno dopo vedrà la luce il mio secondo libro di poesie e scritti edito daMarte ,collana Aquiloni , dal titolo : “ La Casa di Pietra “ . Il 2004 oltre ad essere l ’ anno del mio trasferimento in quel di Pontecagnano , dove tuttora vivo con mia moglie Lina , è anche l ’ anno del mio primo romanzo storico che narra della tormentata esistenza del primo “ Sindaco” democratico di Montesano Sulla Marcellana , Nicola Cestari , ai tempi della Repubblica Napoletana . Una storia del 1700 “ campano “ , emblematica delle lotte tra famiglie abbienti nelle
desolate terre di provincia , edita sempre da Marte per la collana Aquiloni , dal titolo . “ La breve stagione del Galantuomo . “
Dal 2006 e fino alla collocazione in pensione , culminando la mia carriera nella Pubblica Amministrazione , ho ricoperto la carica di Direttore Generale dell ’ Ersac . Di recente poi ho dato alle stampe il mio ultimo romanzo , edito dall’ editore napoletano per eccellenza Tullio Pironti , dal titolo : “ La buona sorte “ . La protagonista del libro Mariella , psicologa come la mia unica figlia Silvia , è una salernitana forte e coraggiosa che “ sacrificherà “ la sua vita per svelare al mondo un mistero secolare legato alla Scuola Medica Salernitana ed alla scoperta dell ’ America .

sabato 17 novembre 2007

Cercarsi dentro e' partire per un viaggio che non ha tempo o arrivi.

Questo pensava Andrea quando decise di andar via e lasciare Milano.
Spesso un aspetto buio del vivere basta a rendere insopportabile il tutto e il trasporto per gli spazi amati lascia il posto al loro totale rifiuto.
Andrea aveva bisogno di credere, nonostante tutto e per questo fuggiva.
Fuggiva verso il futuro cercando il passato: l'origine dei suoi passi.
Andava verso la tana che ognuno spera di avere in qualche parte del mondo.

Ognuno e' anche "qualcosa di "abitativo"

Alla fine, il luogo fisico di nascita e' determinante quanto il genoma. Da questa unione scaturisce lo stampo esistenziale che si conforma negli spazi e si evolve tra i materiali del proprio crescere.

L'integrazione tra lo spazio interiore e quello esterno non e', pertanto, schizzofrenica, ma punto d'arrivo, speculativo del sentirsi architetto-poeta, condizione ottimale per "immaginare" senza obbligati

la mia "storia" con Mariella iniziò quando ebbi la certezza che avrei potuto"generare" pur essendo io ne' donna, ne' madre.

Ciò che fa più paura oggi e' la normalità. Non si ha idea però di quanto la normalità possa essere fuorviante quando ti capita di avere a che fare con qualcuna come Mariella che credi di facile lettura ma che invece e' un insieme di lingue e dialetti spesso incomprensibili. Mariella nasce semplice e appare per molto tempo semplice ma poi la sua sensibilià, trasformatasi in ansia di dover capire ad ogni costo, la costringerà a diventare... un'altra, in tutti i sensi! la doppia o triplice personalità di Mariella non poteva per tanto essere raccontata in termini tradizionali ma recitata come continua metamorfosi rispetto al tempo e all'azione dei singoli personaggi. E' una storia che alla fine si dimostrerà senza trama e con tante voci anche sovrapposte, rischiando banalità che la protagonista tenterà di sconfiggere man mano. In corsi d'opera. Io l'ho voluta così la "mia" Mariella, limpida e contorta e mai stupida, con la sua geniale voglia di vivere sempre il difficile.
Devo però scusarmi con lei per averla svegliata dal suo tepore fatale, per di più, una mattina di un lungo e caldo giorno d'estate. Per farmi perdonare il fastidio di "vivere il suo racconto" proverò ad augurarle la più sincera delle buone sorti.

Mariella
io non la conoscevo.
Nata, non so quanto,
cresceva, invisibile,
nella placenta della mia mente.
All'improvviso l'evento:
chiamata a vivere,
s'e' rivelata carne.
Mariella era già parte di me.

La buona sorte

Tra le mura di un'antica torre saracena si nasconde un mistero.
Lo svelerà, tra mille inganni e peripezie, una donna all'apparenza fragile ma in realtà forte e determinata.

La soluzione dell'enigma aprirà nuovi scenari in altre parti del mondo, mettendo in discussione la stessa scoperta dell'America.

La protagonista del romanzo
sarà costretta a cambiare identità.

La "buona sorte" però le riserverà anche piaceri e una
nuova vita in un lontano arcipelago nei pressi del Tropico del Capricorno